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Nel 2015, le aziende italiane hanno subito una grande quantità di attacchi informatici registrando danni per 9 miliardi di euro. L’utilizzo di internet è cresciuto, anche grazie all’utilizzo del mobile, ma il nostro Paese non sembra essere pronto a fronteggiare questa esplosione. Le aziende non riescono a gestire in modo adeguato questa crescita e stanno riscontrando numerosi problemi circa la sicurezza informatica.

Gli aumenti d’investimento in sicurezza informatica del nostro Paese sono esigui (+8%) se confrontati con l’emergenza denunciata dal recente rapporto dell’Osservatorio Information Security & Privacy del Politecnico di Milano, secondo cui il Cybercrime segna un + 30% nel 2015 rispetto all’anno precedente. Solo il 19% delle grandi imprese ad oggi può dirsi matura su entrambe queste direzioni, inoltre, nonostante cresca la consapevolezza del fenomeno, solo il 33% del Top Management valuta la sicurezza informatica come una priorità d’investimento per la propria azienda.

Quali sono le principali fonti d’attacco? L’Osservatorio indica che possono essere sia interne all’azienda, come i lavoratori attuali (49%), i collaboratori diretti (30%) e gli ex lavoratori (14%), sia esterne all’azienda, come le associazioni criminali (58%), gli hacktivisti (46%), i competitor (18%) e i provider di servizi IT (17%).

Ma quali sono le prime tre cause di vulnerabilità delle aziende?

  • i comportamenti inconsapevoli (78%),
  • la distrazione delle persone (56%),
  • l’accesso in mobilità alle informazioni (47%).

A frenare il comportamento attivo di banche e imprese sul fronte del data-security sono: un basso livello di approccio strategico al problema e un insufficiente approccio tecnologico, accompagnato dall’assenza di ruoli organizzativi dedicati.

In particolare, le aziende denunciano la difficoltà nel quantificare costi e benefici delle tecnologie (60%), la mancanza di sensibilità del Top Management (38%), le difficoltà a definire i confini d’azione (32%) e altrettanto cruciale la mancanza di competenze di security management (24%).